lunedì 28 gennaio 2013

Swinging London! by Matt




 

Con questo speciale made in Newtopia, il mio obbiettivo è dare uno “sfondo” concreto a una scena musicale molto celebre e conosciuta. Sto parlando degli anni ’60, gli anni dei Beatles, degli Stones, dei Kinks, Who e chi più ne ha, più ne metta. Sono gli anni della Beat Generation, del Rock’n’Roll e della British Invasion.

Siamo abituati ad ascoltare questi grandi gruppi del passato, ma li guardiamo con occhio storico, come fossero delle reliquie, per quanto importanti… Ma sinceramente, vi è mai capitato di chiedervi come fosse vivere quegli anni o vivere in prima persona la nascita e l’ascesa di questi veri e propri pezzi di storia? Beh, qualunque sia la risposta, oggi vi parlo di Londra negli anni ‘60, in particolare della seconda metà degli anni ’60. Siamo nella ‘Swinging London!
Innanzitutto, perché la chiamiamo ‘Swinging’? Il termine tradotto in italiano significa ‘oscillante’, e le è stato attribuito perché nei 60s Londra sembrava oscillare, muoversi, orientarsi, per meglio captare quelle che erano le mode del momento. In realtà, era la capitale inglese stessa a dettare legge nel campo della moda, essendo la città più trendy del mondo.
L’associazione di parole Swinging-London compare per la prima volta sulla rivista di moda ‘Vogue’ nel 1965, ma il suo vero battesimo avviene con il numero del 15 aprile ’66 del magazine americano TIME. Proprio il fatto che una copertina e l’articolo principale di uno dei maggiori giornali statunitensi sia dedicata alla Londra di quegli anni mostra come la città fosse considerata il centro della moda mondiale.


Mary Quant
La rivoluzione parte innanzitutto dai giovani e dalla volontà di staccarsi dal passato: i colori grigi degli abiti da ufficio dei genitori vengono rimpiazzati dai coloratissimi e sgargianti abiti in pvc, e allo stesso modo, anche la Londra grigia ed industriale del secondo dopo guerra si tinge di colori, anche a livello di ambientazioni. Nell’ambito della rivoluzione nell’abbigliamento, non possiamo che citare una delle icone della moda inglese, Mary Quant, l’inventrice della mini gonna. Mary aprì un celebre negozio in King’s Road, chiamato Bazar, molto all’avanguardia, che era la base creativa delle sue mini-skirts. La particolarità dei negozi di abbigliamento di questi anni era che fossero degli attivi centri di produzione: i proprietari erano spesso sarti, quindi creavano e vendevano i loro capi nello stesso negozio, diventando così nel loro piccolo delle vere e proprie fabbriche di moda. Bazar non era esattamente un negozio a buon mercato, ma iniziano velocemente ad aprire a Carnaby Street numerosi negozi di questo tipo, ma molto meno “expensive”, come Granny Takes a Trip, Biba o Vince (dove lavora come modello anche un giovanissimo Sean Connery).
Vidal Sassoon (centro)
Altra icona degli anni Swingin fu Vidal Sassoon, giovane parrucchiere di origine modesta che riuscì ad arricchirsi al punto di riuscire ad aprire una catena di negozi intitolati a suo nome. Vidal fu l’inventore del celebre taglio “alla Beatles”, il classico caschetto a taglio netto.

In una Londra dominata dalla moda, altre due figure assumono un ruolo importantissimo: quella della modella e chiaramente quella del fotografo.
Si diffonde lo stereotipo di bellezza legato a figure magre, dai capelli lunghi o con il caschetto, alla stregua dell’anoressicismo, come Veruschka o Twiggy, ritratte spesso in pose provocanti e mezze nude. Parlando di fotografi, in una realtà legata così fortemente all’apparenza e all’aspetto, il fotografo gioca un ruolo chiave, rappresentando spesso la rampa di lancio per molte giovani. Il principale e forse più famoso fu David Bailey, altro self-made man proveniente dalla low-class.

Possiamo quindi dire che le fotografie rimpiazzino i quadri, diventando una nuova forma d’arte molto più a buon mercato ed accessibile al grande pubblico.


Veruschka
 Il fatto che persone di estrazione sociale molto bassa come Bailey o Sassoon abbiano raggiunto tale popolarità ci fa capire un altro aspetto essenziale dei giovani della Londra Swinging. Le riforme sociali portate avanti dai governi labouristi negli anni ’50 hanno permesso anche ai giovani di classe medio-bassa di emergere dai sobborghi dell’East End, e di avere per esempio accesso a università meno costose rispetto a Oxford e Cambridge (le nuove Red-Brick Universities) e di frequentare ambienti più cool come quelli di Carnaby, spesso arrivandoci tentando la fortuna come fotografi, attori o modelli, e talvolta riuscendoci.
Twiggy
Sotto alcuni aspetti, Londra anticipa di qualche anno l’ondata hippie che invaderà gli USA successivamente: questi nuovi giovani “istruiti” arrivano ben presto a prendere coscienza del loro stato e a manifestare forme di protesta nei confronti delle istituzione, sia tramite comportamenti sia con manifestazioni vere e proprie.
I movimenti femministi si fanno più forti e influenti: la nuova donna lavora, fuma e rappresenta la città più famosa del mondo (anche una celebre pubblicità delle Lucky Strikes di quegli anni raffigurante una donna fumare fece molto scalpore); allo stesso tempo, la vita per i ragazzi diventa orientata al divertimento più puro e sfrenato: vivere alla giornata e con una nuova concezione dell’amore molto più libertino, senza relazioni troppo serie e senza impegni. L’utilizzo diffuso di droghe diventa comune tra i giovani, da normalissimi spinelli a droghe allucinogene o hashish.


La rivoluzione sessuale è portata avanti anche dall’avvento delle pillole contraccettive e dalle pratiche dell’aborto, spesso praticate comunque di nascosto, ma che permettono appunto di portare avanti questo stile di vita più sfrenato.
Un altro aspetto che si fa strada in questi anni, in perfetta armonia con lo stile di vita libertino in voga, è l’apertura verso l’Oriente e le religioni buddhiste, che concepiscono in modo differente l’amore, fornendo vie d’interpretazione più consone rispetto al Cristianesimo. In realtà, parlandoci chiaro, si tratta anche qui di un fenomeno di moda del momento.

Tanto per capirci, contestualizziamo in tutto ciò i Beatles in quegli anni: prima passano dalla fase “capelli a caschetto” (pieno stile Sassoon); con la celebrità iniziano ad investire il proprio capitale della Apple arrivando ad aprire anche un negozio di abbigliamento (= centri di moda); a metà degli anni ’60 sbarcano negli USA come pionieri della British Invasion (= icona di moda nel mondo); e prima dello scioglimento sperimentano i ritiri spirituali in India, che li avvicina alla psichedelia e alle droghe allucinogene. Vedete? Tutto torna.

In Italia, la Swinging London era presentata ai telegiornali e in programmi tv, ma spesso senza renderne giustizia, essendo trasmessa in bianco e nero, togliendo quindi il cruciale aspetto dei colori, e non facendoci quindi comprendere pienamente cosa stesse capitando.
Oltre che a documentari visibili sul web, ci sono alcuni film che forniscono una perfetta istantanea dell’epoca Swinging. Ve ne cito due, entrambi a colori, quindi molto rappresentativi.

Il primo è Blow-Up (1966) del celebre regista italiano, premio nobel, Michelangelo Antonioni. Parla di un giovane fotografo in ascesa, Thomas, che vive la vita alla giornata, andando a letto con tutte le modelle che fotografa (nel film appare anche Verushka), bevendo a volontà ed andando a concerti rock, che però ad un certo punto si ritrova a fotografare un omicidio. Questo lo porta a riflettere sulla sua vita e sull’importanza delle cose. Il film è stato girato a Londra, riconosciuta come la città più alla moda del mondo, e ci mostra a livello visivo tutti gli aspetti caratteristici dello Swing, addirittura esaltandoli, visto che Antonioni ha voluto ridipingere alcuni palazzi e colorare ulteriormente gli abiti. L’attore che interpreta Thomas è David Hemmings, perfetto esempio rappresentante dei canoni di bellezza di quegli anni.

Caine in 'Alfie'
Il secondo è Alfie (1966) di Alan Gilbert. Alfie è un giovane autista, single, vero e proprio playboy, con una donna diversa ogni sera. Incontra però lungo il percorso alcuni incidenti (una gravidanza, un presunto tumore e qualche sentimento un po’ più forte del mero piacere di una semplice scappatella) che lo portano a riflettere sul suo stile di vita sregolato. Il film ha anche quindi un po’ un valore di morale, mostrando alcune conseguenze di questo libertinaggio sfrenato. Alfie è interpretato da Michael Caine, altra icona stereotipata della SL, che da qui lancia la sua carriera in alto, portandolo fino ai giorni nostri, dove interpreta Alfred, il maggiordomo di Batman, nella recente trilogia diretta da Christopher Nolan. E’ possibile che conosciate un remake del film, datato 2004, ma ambientato a New York e reinterpretato in chiave moderna, con Jude Law come attore protagonista.

Alla fine degli anni ’60, tutto svanisce però. La moda, in continuo movimento, si sposta negli USA e a Parigi, lasciando quasi Londra in disparte fino all’avvento del punk nel ’77. Possiamo quasi vedere la cosa coincidere con la fine dei Beatles, scioltisi ufficialmente nel 1970.

Vedendo anche il video che vi posterò di seguito, osservando alcune scene del loro celebre ultimo concerto sul tetto della Apple Records a Londra, possiamo leggere una certa finzione negli atti dei poliziotti. I poliziotti che intervengono sono in realtà solo attori nel film, che tendono anche a ridersela mentre entrano nell’edificio per andare a fermare i Fab4. Un po’, per così dire, tutta Londra decide di fermarsi. Di smettere di oscillare, di cessare la finzione e questa vita un po’ superficiale, lasciando ora agli americani il piacere di sperimentarla. E così, dopo quasi dieci anni sulla cresta dell’onda, Londra passa momentaneamente in secondo piano, così come la sua band più rappresentativa, forse di sempre, esce definitivamente dalle scene.

 Cosa ci è rimasto di quegli anni? Beh, direi che leggendo il tutto, la domanda sia completamente retorica. Sono stati anni fondamentali non solo per la musica, ma per la cultura giovanile, e tutt’ora ne risentiamo l’influenza molto chiaramente.


Somewhere in my mind, the beat goes on…”
 
Fonte: Paolo Caponi, "Swinging London!"

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